Il caffè lo produciamo noi, lo zucchero nelle classiche bustine monodose da 1 grammo invece ce lo facciamo produrre da una azienda locale.
Il caffè lo produciamo noi, lo zucchero nelle classiche bustine monodose da 1 grammo invece ce lo facciamo produrre da una azienda locale. - © Fabio Arangio
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Caffè con o senza zucchero? Differenze organolettiche

Prima o poi lo sapevo che avrei dovuto affrontare questo dilemma. Iniziamo con i punti fermi: io il caffè lo prendo sempre nero, senza zucchero, senza eccezioni. Per una ragione semplice e credo incontestabile: a me il caffè zuccherato non piace.

Detto questo, e sapendo che il mio è solo un gusto personale, ho provato capire quel è la differenza tra un caffè amaro e un caffè zuccherato.

I puristi del caffè

Da una parte, c'è chi non accetta compromessi e beve il caffè solo nella sua forma più "pura", senza nessun ingrediente che ne alteri il sapore. Per loro, il caffè è un'esperienza che va vissuta così com'è, senza aggiungere nulla che possa mascherare il gusto intenso e amaro. È una questione di rispetto per la bevanda, di apprezzamento del suo sapore autentico. Insomma, per questi appassionati, lo zucchero è un errore da evitare con cura.

Ecco, questo sono io.

Gli amanti del gusto dolce

Dall'altro lato, ci sono quelli che non potrebbero nemmeno pensare a un caffè senza zucchero. L'amaro per loro è un pungo in un occhio. Senza quel tocco di dolcezza, il caffè sembra troppo aspro, troppo aggressivo. Lo zucchero, quindi, diventa un modo per smussare l'intensità e renderlo più piacevole.

Gli indifferenti

Poi ci sono quelli che, francamente, non si pongono nemmeno il problema. Oggi lo bevo amaro, domani ci metto lo zucchero, dipende da come mi sveglio. A loro non interessa tanto quale sia la forma "giusta" del caffè, l’importante è che sia, appunto, caffè. Non stanno lì a pensarci troppo, prendono quello che c’è e si godono il momento.

Caffè amaro o zuccherato? La verità che non esiste

In fondo, la verità è che non esiste una risposta definitiva. È una questione di gusti personali, di come preferiamo vivere il nostro caffè. Insomma, alla fine, l'importante è che il caffè sia un momento personale e piacevole. Con o senza zucchero.

Proviamo però a passare su un piano un po' più tecnico e scientifico.

Caffè amaro: caratteristiche organolettiche e digestive

Quando si parla di caffè, la differenza tra prenderlo amaro o dolcificato va ben oltre la semplice preferenza personale: ha un impatto reale sulle nostre papille gustative e sul nostro sistema digestivo. La scelta del tipo di caffè, infatti, può influenzare il modo in cui percepiamo i suoi sapori e come il nostro corpo reagisce alla bevanda.

L'amaro del caffè: i composti fenolici e alcaloidi

Il caffè nero, senza zucchero, ha un gusto deciso e spesso amaro, ma è proprio questa intensità che lo caratterizza come bevanda. Dal punto di vista organolettico, il caffè amaro si caratterizza per una percezione più marcata dell'amarezza, che proviene dai composti fenolici e dagli alcaloidi come la caffeina e la trigonellina.

Questi elementi sono più evidenti quando non vengono "mascherati" dal dolce, e la loro presenza dà al caffè un sapore ricco e complesso. Ogni varietà di caffè, poi, porta con sé un diverso profilo aromatico che può spaziare dal fruttato al cioccolatoso, dal legnoso al floreale, tutti note che emergono in modo più chiaro e nitido se il caffè è preso senza zucchero.

Il caffè di fine pasto

A livello digestivo, il caffè amaro stimola la produzione di succhi gastrici, favorendo la digestione. Tuttavia, per alcune persone, questo può risultare un po' troppo stimolante, specialmente se assunto a stomaco vuoto. La caffeina, infatti, aumenta la motilità intestinale e può anche causare acidità, un effetto che può risultare scomodo per chi ha uno stomaco sensibile o soffre di reflusso gastroesofageo. La percezione della pienezza del caffè amaro, dunque, può essere apprezzata da chi ha un sistema digestivo robusto, ma meno piacevole per chi è più incline a disturbi gastrici.

Il caffè dolcificato: caratteristiche organolettiche e digestive

Quando aggiungi lo zucchero al caffè, cambi radicalmente il profilo organolettico della bevanda. Lo zucchero, infatti, bilancia l'amarezza naturale del caffè, aggiungendo una nota di dolcezza che può rendere la bevanda più piacevole per chi trova il caffè amaro troppo intenso o difficile da apprezzare.

Lo zucchero esalta le note più delicate del caffè

A livello di sapore, il caffè zuccherato tende a risultare più morbido e rotondo, con un gusto che ne enfatizza le sfumature più sottili, come la caramellizzazione e la morbidezza. Quindi lo zucchero nasconde e smorza le note amare, dando spazio a quelle più dolci e rosee, che altrimenti sono "nascoste" dai composti amari del caffè.

Lo zucchero rende il caffè più tollerabile

Dal punto di vista digestivo, lo zucchero ha un effetto diverso. L'aggiunta di zucchero rallenta l'assorbimento della caffeina nel corpo, facendo sì che l'effetto stimolante sia un po' più graduale.

Lo zucchero stimola la produzione di insulina e aiuta a "tamponare" gli effetti di acidità che il caffè amaro potrebbe causare.

L'effetto sulla densità del caffè

In una tazzina di caffè ristretto, un cucchiaino di zucchero può aumentare la densità del caffè, in particolare la densità percepita al palato come cremosità. Mentre questo effetto è trascurabile nel caffè americano o comunque in bevande di caffè lunghe.

Dulcis in fundo, ma senza zucchero...

Almeno per me, sì, senza zucchero, ma come ho esordito, non è una regola ma solo la mia preferenza personale. Tra l'altro penso sempre che sia un po' uno spreco tutte quelle bustine monodose di zucchero mezze consumate o buttate solo perché ormai sono state toccate.

Ora che ho affrontato l'argomento "sensibile" del caffè con o senza zucchero, non mi resta che avventurarmi in un altro dilemma: caffè nero o macchiato?

Alla prossima e buon caffè, comunque lo preferiate!

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