
di Fabio Arangio
Il caffè a New York: tra americano, drip coffee e instant coffee
Sono di ritorno da un mese a New York e ancora non mi sono ripreso dal fuso orario e dall'eccitazione di una metropoli che ti scuote. New York ti sorprende e ti lascia sensazioni contrastanti, sensazioni che metabolizzi al rientro, perché i ritmi della Grande Mela non ti lasciano il tempo di pensare e riflettere. Devi muoverti velocemente, arrivare dove devi arrivare, su e giù per la metropolitana, tra quartieri eleganti, stravaganza e disagio che si confondono creando l'esperienza newyorkese, unica al mondo.
E per tenermi al passo con una città che non sa fermarsi, il caffè è stato uno degli ingredienti fondamentali! Manhattan e i suoi quartieri non dormono mai, corrono, ti spingono a fare lo stesso, e in questo slancio continuo la caffeina diventa quasi un carburante necessario. Ogni mattina è iniziata con un caffè tra le mani e la sensazione che quel piccolo rituale condiviso con migliaia di persone fosse parte integrante della vita cittadina.
Il caffè italiano è un'altra cosa
Chi è abituato all'espresso del bar sotto casa, con i suoi trenta millilitri intensi e aromatici, avrà qualche difficoltà ad adattarsi alla cultura del caffè statunitense. Negli USA, e in particolare a New York, l'espresso esiste, certo, ma è un'eccezione più che la regola. La stragrande maggioranza delle caffetterie propone il cosiddetto drip coffee o americano: una bevanda molto più leggera, lunga e "annacquata" secondo i nostri standard. Anche quando trovi un espresso, preparati a spendere tra i 4 e i 5 dollari, a cui vanno aggiunte tasse e, spesso, mancia. Insomma, l'esperienza non è solo diversa nel gusto, ma anche nel prezzo.
Ed è sempre quello che da noi sarebbe considerato un espresso alto o lungo
Il caffè americano: un tempo a prezzo popolare, oggi quasi un lusso
Negli Stati Uniti il caffè è sempre stato considerato una bevanda popolare, economica, quasi democratica: bastava un dollaro – o poco più – per avere la tua tazza da portar via, riempita magari in una caffetteria indipendente o al classico diner di quartiere. Oggi, invece, anche un semplice drip coffee può facilmente superare i 3 o 4 dollari. Si avvicina al stesso prezzo di bevande più elaborate come il chai latte o il matcha latte o di altre bevande più elaborate che un tempo erano considerate una categoria a parte, "premium".
Questa trasformazione è collegata a diversi fattori, ma uno dei principali è l'inflazione che ha colpito gli Stati Uniti nel periodo post-Covid. Dopo la pandemia, l'aumento dei costi di produzione, della manodopera e della logistica ha fatto lievitare i prezzi di quasi tutto, incluso il caffè. Secondo i dati ufficiali, l'inflazione negli USA ha raggiunto livelli record nel 2022, con punte superiori all'8%, e anche se oggi i numeri sono più contenuti, il prezzo di molti beni – caffè incluso – non è tornato ai livelli pre-pandemici. Inoltre, il boom delle caffetterie artigianali e l'interesse crescente per le origini e la qualità del caffè hanno spinto verso una nuova percezione del caffè: meno commodity, più esperienza da valorizzare… e far pagare.
Arabica e monorigine: una diversa cultura del gusto
Una delle cose che colpisce è la passione americana per i caffè single origin, spesso arabica, che lascia in bocca un retrogusto acidulo e una consistenza piuttosto leggera. Se chiedi un caffè "strong", difficilmente ti porteranno qualcosa di simile al nostro espresso. Forse è semplicemente una questione di abitudine, o di cultura: da noi, la miscela è l'arte del bilanciamento, il frutto di un lavoro artigianale che fonde diverse origini per ottenere un gusto rotondo e coerente. Negli Stati Uniti, al contrario, dichiarare la provenienza unica del chicco - che sia Colombia, Etiopia o Brasile - è sinonimo di qualità e trasparenza. Le miscele sembrano quasi un prodotto generico, poco valorizzato.
Il caffè americano
Il caffè americano, per molti italiani all'estero, è il primo approccio con la realtà del caffè made in USA. Una tazza abbondante, con un gusto meno concentrato e un corpo molto più leggero rispetto al nostro espresso tradizionale. È una bevanda pensata per durare di più, da sorseggiare lentamente, magari davanti al laptop o durante una riunione. Per noi italiani può sembrare una versione "annacquata" del caffè, ma in realtà risponde a una diversa idea di consumo, più diluito nel tempo e meno rituale. Paradossalmente, non è neanche così comune nelle caffetterie americane, dove a dominare è invece il drip coffee.
Drip coffee: il vero protagonista del caffè negli Stati Uniti
Il drip coffee è il vero re delle caffetterie americane. Preparato con metodi a filtro, come le classiche macchine da caffè elettriche o le più ricercate pour-over, questo caffè si ottiene facendo passare lentamente acqua calda attraverso il caffè macinato, trattenuto da un filtro di carta. Il risultato è una bevanda molto più leggera e lunga rispetto all'espresso, ma spesso anche più profumata e aromatica, soprattutto se fatta con chicchi freschi e ben macinati. È la bevanda perfetta per riempire le grandi tazze to go dei newyorchesi, spesso disponibili anche in refill gratuito nei diner tradizionali. In apparenza semplice, il drip è in realtà il cuore della cultura americana del caffè: quotidiano, accessibile, modulabile, e profondamente legato all'idea di funzionalità più che a quella di intensità.
Il caffè solubile: praticità prima di tutto
Negli Stati Uniti, il caffè solubile - o istantaneo (instant coffee) - ha una lunga storia e continua a occupare un posto importante nella vita quotidiana di molti americani. È il simbolo della praticità estrema: basta aggiungere acqua calda a un cucchiaino di polvere e in pochi secondi si ha una tazza pronta da bere. Non richiede macchine, filtri o particolari abilità, ed è per questo che è stato per anni il caffè preferito nelle case, negli uffici e persino nei motel lungo le highways. Sebbene oggi il gusto più raffinato delle nuove generazioni e il boom delle caffetterie artigianali stiano riducendo la popolarità del solubile nelle grandi città, il suo utilizzo resiste, soprattutto per motivi economici e di comodità. Per noi italiani può sembrare l'antitesi del caffè “vero”, ma in un Paese dove efficienza e velocità sono spesso al primo posto, il caffè istantaneo continua a rappresentare una scelta logica e funzionale.
Le capsule per il caffè americano: praticità senza dimenticare il gusto
Negli Stati Uniti, dove il caffè si beve spesso in formato mug e accompagna l’intera giornata, le capsule per caffè americano rappresentano una soluzione pratica e sempre più diffusa. A differenza delle capsule per espresso, pensate per preparazioni brevi e intense, quelle dedicate al caffè lungo contengono una dose maggiore di caffè e sono progettate per erogare quantità più abbondanti (fino a 230 ml o più), con un’estrazione più delicata e meno concentrata. Sistemi come Nespresso Vertuo, Keurig o Dolce Gusto permettono di ottenere un caffè simile al drip coffee, in modo rapido e senza complicazioni.
Il vantaggio principale è la comodità: niente filtri da cambiare, niente macinatura, niente pulizia complicata. Tuttavia, rispetto al drip coffee fresco, il sapore può risultare meno pieno e aromatico. Anche se non conquisterà gli amanti dell’espresso tradizionale, la capsula per americano risponde perfettamente all’esigenza americana di un caffè lungo, immediato e sempre pronto a seguirti ovunque - anche nella tazza da asporto che è diventata, ormai, un’icona culturale.
A ogni Paese il suo caffè
A ogni Paese il suo caffè, verrebbe da dire. E forse non è nemmeno giusto fare confronti. Negli USA, e in particolare a New York, il caffè è un'istituzione: non è solo una bevanda, è un compagno di giornata. Lo vedi ovunque, nella classica tazza di carta con il coperchio in plastica e la fascia per non scottarsi. Fa parte del paesaggio urbano come i grattacieli e i taxi gialli. È il simbolo di una vita frenetica, sempre in movimento, e di una cultura in cui il tempo è denaro e il caffè si consuma camminando, lavorando, parlando.
A New York il caffè non si sorseggia: si porta con sé, come un accessorio essenziale per affrontare la giungla urbana.